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Privatizzazioni, per Poste nuova quota in Borsa entro metà anno

Privatizzazioni, per Poste nuova quota in Borsa entro metà anno

Il Governo si prepara a cedere il 30% di Poste Italiane ancora nelle sue mani entro la prima metà di quest’anno, tra giugno e luglio.
27 January
Roma - Il governo Gentiloni rimette sulla rampa di lancio le privatizzazioni. Si parte con la seconda tranche di Poste per la quale, mercati permettendo, si pensa alla fine del primo semestre, dunque tra giugno e luglio. Ma a sorpresa potrebbe tornare d’attualità quest’anno anche la privatizzazione delle Ferrovie dello Stato, o più probabilmente la parte pregiata del gruppo, ovvero l’alta velocità rappresentata dalle Frecce e i treni a lunga percorrenza.

L’avvicendamento tra il governo Renzi - che in verità aveva messo in congelatore le privatizzazioni nella seconda metà del 2016 sospendendo l’iter per la seconda tranche di Poste previsto a ottobre - e il governo Gentiloni non ha comunque cambiato l’agenda sulle dismissioni.

«Noi stiamo continuando a lavorare - conferma a IlSole24Ore il responsabile della segreteria tecnica del ministero dell’Economia, Fabrizio Pagani -. Dopo aver quotato in Borsa Poste Italiane nel 2015, dismettendo il 35,5% del capitale, e dopo aver ceduto un’altra quota pari al 30 per cento a Cassa depositi e prestito lo scorso anno, resta l’obiettivo di vedere sul mercato la residua quota del 30%, con le stesse modalità dell’Ipo e cioè con la cessione a investitori istituzionali e risparmiatori. La tabella di marcia prevede l’operazione entro quest’anno, ovviamente mercati permettendo».

Il titolo Poste continua a essere scambiato a valori sotto il prezzo di collocamento del 2015, pari a 6,75 euro;?in questi giorni quota attorno a 6 euro, con una capitalizzazione inferiore a 8 miliardi. Secondo gli esperti il collocamento di un’ulteriore tranche è tecnicamente sostenibile anche se il prezzo attuale è inferiore a quello di collocamento. Ma non è necessariamente detto che debba essere così e che nei prossimi mesi, invece, il titolo non possa riprendere valore.

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